Raggruppamento ai fini del Consumo Proprio
Cos'è e suoi vantaggi
Di cosa si parla quando si parla di Raggruppamento ai fini del Consumo Proprio (RCP)? Chi opera nel settore del solare lo nomina o lo sente nominare sempre più spesso, e probabilmente anche chi si interessa all’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di casa propria o di quello della sua attività. In questo articolo si forniscono un’introduzione all’argomento e una breve presentazione dei vantaggi dell’RCP, e si segnalano alcuni documenti utili per ulteriori approfondimenti. Data la complessità e l’estensione del tema, non è possibile trattarlo esaustivamente in un solo articolo: per questo motivo dedicheremo ulteriore spazio in futuro.
Di cosa si tratta e a chi si rivolge
In una battuta, con «Raggruppamento ai fini del Consumo Proprio» si indica la situazione in cui il proprietario di un impianto fotovoltaico (o i proprietari nel caso di comproprietà) permette l’autoconsumo a più utenti finali. Egli diventa così il fornitore di energia ai suoi abbonati.
È d’obbligo una premessa: il Raggruppamento ai fini del Consumo Proprio si rivolge solitamente al locatore e ai locatari di un condominio o eventualmente a proprietari di stabili nelle prossimità dell’impianto[1] (esistono anche altre casistiche, ma evitiamo di entrare nel dettaglio per non appesantire il discorso), e ognuno può decidere liberamente se partecipare o meno all’istituzione di un RCP. Infine, lo stabile o il raggruppamento di stabili in questione sarà trattato come un consumatore finale unico dall’azienda elettrica (si veda l’articolo 18, capoverso 1 della Legge federale sull’energia).
I vantaggi economici
Il primo beneficio economico dell’RCP deriva dall’installazione di un contatore unico al posto di uno per ogni unità abitativa. Ogni contatore, infatti, è soggetto a una tariffa di noleggio: avendone solo uno, si suddividerà il costo relativo tra tutti gli abbonati. Il secondo vantaggio nasce dalle tariffe di vendita di energia fotovoltaica agli abbonati, che sono regolate dalla legge sull’approvvigionamento elettrico (LAEl, articoli 14 e 15). Nel caso di un RCP tra locatori e locatari esse devono essere comprese tra lo 0% e l’80% del costo del prodotto equivalente dell’azienda elettrica locale. Come dimostra lo schema sottostante, una tariffa all’80% comporta un vantaggio da un lato per i proprietari dell’impianto, che vendono energia solare ai propri abbonati a 24 cts/kWh al posto di 8 cts/kWh all’azienda elettrica (tariffa AET 2024). Ma dall’altro godono di un risparmio anche i partecipanti all’RCP, che acquistano elettricità a 24 cts/kWh al posto di 30 cts/kWh dall’azienda elettrica.
I benefici ambientali
Grazie all’RCP si ha poi un impatto positivo sul piano ambientale, in quanto – come detto in precedenza – grazie alla presenza di più utenti per un solo impianto fotovoltaico si aumentano anche le quote di consumo locale. Ciò significa che – oltre a incrementare l’utilizzo di energia elettrica pulita – si risparmia sui costi di trasporto dell’elettricità. In altre parole, i benefici del “chilometro zero” valgono anche per i consumi energetici. L’RCP, in fin dei conti, è anche uno strumento che rientra nel quadro della Strategia Energetica.
Per tutti i motivi presentati, IngEne SA consiglia vivamente l’istituzione di un RCP, ed è pronta ad offrire una consulenza a riguardo. Non esitate a contattarci a info@ingene.ch o allo 091 291 36 75 per ulteriori informazioni o a richiedere un preventivo per un impianto fotovoltaico.
Altre fonti
[1] Diciamo qui en passant che qualora venisse approvata la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro in votazione il 9 giugno 2024, si ridurrebbero i vincoli di partecipazione all’RCP da parte di diversi proprietari fondiari.
