Crescita e nuovi sviluppi del settore del fotovoltaico

Gli impianti fotovoltaici non sono più una novità né una rarità. Se solo fino a qualche anno fa la presenza di pannelli disposti sopra le tegole destava una certa curiosità, ad oggi ci si è fatta l’abitudine. Questa familiarizzazione è confermata dai dati sul mercato dell’energia solare, che di anno in anno continua a registrare nuovi record. La crescita del settore, tuttavia, è segnata anche da altri fattori, come le riflessioni sistematiche sullo sviluppo del quadro legale a l’attenzione verso l’integrazione architettonica dei sistemi fotovoltaici.

I dati di Swissolar

Nel suo rapporto, l’associazione di categoria Swissolar comunica che a fine 2023 in Svizzera era installata una potenza complessiva di 6.4 gigawatt, la quale permetterebbe di produrre una quantità di energia tale da coprire “più dell’8% della domanda di elettricità del Paese nel corso dell’anno. Questa produzione corrisponde a circa l’80% della produzione annua di entrambi i reattori della centrale nucleare di Beznau”. Per ciò che concerne il nostro Cantone – dichiara il Corriere del Ticino – si stima che la produzione annua di elettricità di origine fotovoltaica sia pari a circa 252 GWh annui.

Verso nuove leggi

Alla crescita esponenziale del settore del solare cominciano ad affiancarsi riflessioni sistematiche sull’elaborazione di nuove condizioni quadro. Ne è un esempio la costituzione di comunità elettriche locali (CEL) promossa grazie all’approvazione della legge per l’elettricità del 9 giugno, di cui abbiamo già parlato in un articolo passato. Uno dei tanti scopi delle CEL è la commercializzazione dell’energia elettrica fotovoltaica attraverso la rete pubblica all’interno di un quartiere o di un comune. Si tratta, in fin dei conti, di una sorta di estensione del Raggruppamento ai fini del Consumo Proprio (RCP).

Ma anche il quadro normativo ticinese è oggetto di aggiornamenti. Nell’articolo menzionato in precedenza, si scrive che nel nuovo Piano Energetico Climatico e Cantonale (ora inoltrato al Gran Consiglio per l’approvazione) vengono proposti vincoli più stringenti per l’installazione di impianti fotovoltaici. Per esempio, se il PECC verrà approvato, tutte le installazioni fotovoltaiche dovranno coprire un’area pari almeno al 50% della superficie determinante (dove con superficie determinante “si intende la proiezione sul piano orizzontale dell’ingombro dell’edificio”).

Un occhio al paesaggio

Contemporaneamente all’adattamento della legislazione in materia di installazione di impianti sorgono spontanee alcune preoccupazioni di natura estetica e verso un potenziale deturpamento dell’ambiente. Confederazione e Cantoni hanno già mostrato la propria sensibilità a riguardo e si stanno già muovendo per contrastare eventuali problematiche. Ne è una prova l’articolo 71a della LEne, che contempla delle misure specifiche alla protezione del patrimonio naturale in relazione alla costruzione parchi fotovoltaici alpini. In una direzione parallela vanno alcune iniziative come la piattaforma svizzera Solararchitecture, nata dalla collaborazione di diversi enti, tra cui la ticinese SUPSI-ISAAC per i BiPV (sistemi fotovoltaici architettonicamente integrati). Il suo scopo – si legge sul sito web – è quello di “promuovere la costruzione di edifici con tecnologia solare, spostando l’attenzione dalla tecnologia all’architettura”. Sia da parte delle istituzioni che dei privati, dunque, non viene perso di vista il contesto globale in cui si inseriscono i principi dell’attuale politica energetica.

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